Piacere di conoscerti!

Sono Silvia Gioffreda

La Pop-Doc del sesso

Faccio il medico in pronto soccorso di notte e mi occupo della vita sessuale degli altri di giorno.

Passo ore a studiare e leggere articoli scientifici più o meno noiosi con il solo obiettivo di rendere la tua sessualità più divertente.
In inglese sarebbe una cosa tipo: fucking up my life to make you fuck more.

Il mio motto?
Rendo il mondo un posto migliore un Orgasmo alla volta.

Il mondo che vorrei

Quando dico alle persone di cosa mi occupo, nel 99% dei casi nel giro di qualche minuto si sentono libere di confessarmi i dettagli più intimi della loro vita sessuale. Cose VERAMENTE intime. Cose che non avevano mai detto a nessuno prima di quel momento, neanche al partner di una vita o agli amici storici.

Ma perché, secondo te, succede tutto questo?
Forse perché non ci capita spesso di poter parlare di sesso liberamente, senza sentirci giudicati. È stata insinuata in noi fin da piccoli una sensazione di discomfort, imbarazzo e vergogna nel parlare dell’unica cosa che siamo biologicamente programmati per goderci.

Il mio sogno è vivere in un mondo dove non solo parlare di sesso sia quotidiano, ma in cui nessuno venga giudicato di farlo troppo o troppo poco. Dove si possa scegliere senza pregiudizi il sesso con i frustini o il sesso con le coccole, il sesso causale o il sesso con l’amore della vostra vita. Dove sostanzialmente ognuno si senta libero di fare quello che vuole, con la sola regola di sentirsi bene.

Ecco perché io e @cleliacod abbiamo deciso di lavorare insieme per creare uno spazio – qui e sulla mia pagina Instagram – dove parlare, imparare, ridere e pensare. Cerchiamo di rendere semplici e mainstream informazioni scientifiche a cui tutti dovremmo avere accesso per vivere una vita sessuale sana e felice

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Silvia passione sessuologia

Parlo di sessualità con chiunque da quando ho 15 anni. Ho iniziato facendo educazione sessuale nelle scuole della provincia di Como come volontaria della Croce Rossa Italiana.
Nel tempo mi sono specializzata nel parlarne ovunque e a qualsiasi orario. Nei pub, in treno, sugli aerei e negli aeroporti, al mare e in montagna, sulle navi che ospitano migranti nel Mediterraneo e in viaggio con BlaBlaCar: nessuna situazione è sufficientemente estrema per impedirmi di parlare di sessualità sana e soddisfacente.

Ho iniziato ad appassionarmi di sessuologia proprio nei primi anni di volontariato in Croce Rossa, diventando un po’ per gioco e un po’ per davvero colei che si occupava di rispondere ai dubbi sulla sessualità dei suoi coetanei adolescenti. Passavo ore nella biblioteca del mio paesino a cercare delle risposte tra i pochi libri disponibili (assurdo, lo so, ma internet non era ancora così fruibile dal cellulare e mi vergognavo a usare il computer di famiglia per queste faccende).

Una volta finito il liceo, ho trascorso uno degli anni più belli della mia vita a Bristol. Una città che mi ha insegnato la libertà e che mi ha regalato la consapevolezza che potessi fare qualsiasi cosa.
Camminando per Park Street, una delle vie più in salita della città, ho capito che la cosa che volevo fare più di tutte era diventare una supereroina: dovevo trovare un modo per salvare il mondo o almeno cambiare la vita di qualcuno. Ho deciso quindi che nell’attesa di sviluppare dei superpoteri potevo salvare il mondo iscrivendomi a Medicina.

Supereroina della sessualità

Gli anni dell’Università sono stati difficili ed estenuanti ma due erano le cose che mi facevano stare bene:
♥ 
Le serate con gli amici in via di Pantaneto, l’unica con dei bar decenti in tutta Siena.
♥ Avere finalmente trovato il mio superpotere, ovvero riuscire a creare in ogni situazione un clima in cui ognuno si sentisse libero di parlare di un argomento intimo e personale che mai si sarebbe immaginato di affrontare con una trovata per caso in via di Pantaneto: il sesso.

Gli altri infiniti dettagli che mi hanno portato fin qui, i tavoli apparecchiati e sparecchiati dei mille ristoranti in cui ho lavorato, gli aerei presi per viaggi indimenticabili, le ore in biblioteca, i turisti che ho ospitato a casa mia per potermi permettere l’affitto, i mie coinquilini, i tranci di pizza seduta in Piazza del Campo, i traslochi e le scatole, il mio viaggio in Africa, la raccolta fondi su internet per andarci e l’amore delle persone accanto a me forse non vi interessano.

In mezzo a mille avventure un giorno sono arrivata a discutere la mia tesi sulla sessualità delle donne in gravidanza, dopo almeno due anni di lavoro di ricerca, davanti a una sala piena di genitori, nonni, zii e amici. Appena finito, mentre mi dirigevo già verso il mio Long Island della vittoria, qualcuno mi ha fermato per chiedermi di non smettere mai di parlare di sesso a chiunque.

Con i soldi dei miei regali di Laurea, raccolti tutti in una cassettina rossa, la settimana successiva alla mia discussione mi sono iscritta a un Master in Sessuologia.

E anche se da mesi l’unico posto che posso chiamare casa è la mia FIAT 500 e il mio ufficio è in qualsiasi bar che mi possa offrire la giusta dose di caffè americano, non me ne sono mai pentita. In fondo una supereroina deve essere pronta a tutto.

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Per farlo puoi usare il form qui sotto o scrivermi una mail all’indirizzo info@silviag.org

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